Il Disturbo della coordinazione motoria
Il " Disturbo della coordinazione motoria " è caratterizzato dalla presenza di abilità intellettive e linguistiche adeguatamente sviluppate e da un ritardo nelle capacità motorie .
Le caratteristiche che vengono osservate di frequente sono:
- impaccio nei movimenti;
- difficoltà nelle abilità grosso-motorie , nelle abilità fino-motorie o in entrambe;
- ritardo nello sviluppo di alcune capacità motorie come andare in bicicletta, afferrare una palla, saltare una corda, allacciare i lacci delle scarpe.
Sono presenti difficoltà nello svolgimento di attività che richiedono
equilibrio e l’uso coordinato di entrambi i lati del corpo (ad es.
tagliare con le forbici, esercizi aerobici, tenere in mano un bastone da
hockey, ecc).
Può essere presente bassa tolleranza alla frustrazione e scarsa autostima. E’ frequente che i bambini con questo disturbo mostrino mancanza di interesse o evitino quelle attività in cui hanno delle difficoltà. L’affaticamento e i ripetuti tentativi senza successo possono spingerli a evitare di prendere parte ad attività motorie.
Possono essere presenti importanti difficoltà nello svolgimento delle attività della vita quotidiana (ad es. vestirsi, usare le posate, lavarsi i denti, chiudere le cerniere, preparare uno zaino).
Secondo il “Manuale diagnostico dei disturbi mentali” (DSM-V) i criteri di inclusione per il Disturbo della coordinazione motoria sono:
- l’acquisizione e l’esecuzione delle abilità di coordinazione motoria sono sostanzialmente al di sotto dei livelli attesi per età cronologica e per le opportunità ricevute;
- il deficit delle abilità motorie deve interferire con lo svolgimento delle attività quotidiane attese per l’età (ad esempio, cura della propria persona, utilizzare oggetti di uso comune), anche in ambito scolastico e lavorativo.
Inoltre, il disturbo non deve essere spiegato dalla presenza di disabilità intellettiva, deficit visivo, o altre patologie neurologiche (paralisi cerebrale infantile, distrofia muscolare, …).
Secondo Lingam et al. (2009), il disturbo ha una prevalenza del 1.7%, quasi doppia nei maschi rispetto alle femmine.
Riferimenti bibliografici:
- American Psychiatric Association (2014). DSM-5. Manuale Diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Raffaello Cortina Editore.
- Vio C. e Lo Presti G. (2014). Diagnosi dei disturbi evolutivi. Modelli, criteri diagnostici e casi clinici.