Insegnare le regole ai bambini (parte 3)
Essere sintetici e non parlare troppo!
La ripetizione continua e uniforme di un’istruzione fa sì che entri in azione un meccanismo noto in psicologia come “assuefazione” . Quindi, se continuiamo a dire a nostro figlio di pulire la sua cameretta, magari aggiungendo pure che è il solito disordinato, rischiamo di farlo assuefare e di fargli “chiudere le orecchie” appena cominciamo a parlare.
L’alternativa è dare le regole con dolcezza e fermezza, senza lamentarsi dei
comportamenti che il bambino ha manifestato nel passato. Un’alternativa valida
all’esempio precedente potrebbe essere: “Sono sicura che oggi riuscirai a
mettere a posto la tua cameretta: comincia a mettere nel cesto i giocattoli”
. Naturalmente, il bambino può fare o non fare ciò che gli abbiamo chiesto: se
lo fa è opportuno rinforzare questo comportamento. Se non lo fa, potrebbe
essere utile iniziare a farlo con lui.
Quindi, affinché si solleciti un comportamento, la regola deve contenere solo
le informazioni pertinenti e inequivocabili. Deve cioè descrivere in modo
operativo il comportamento desiderato, focalizzare l’attenzione
sull’aspettativa e non essere vaga .
Per approfondire vedi questo articolo, quest’altro.
Fonte: Fabio R.A. (2013). Genitori positivi, figli forti. Edizioni Erickson.