La depressione nei bambini
La depressione , sia nei bambini che negli adolescenti, è riconoscibile da alcune caratteristiche fondamentali. Alcune sono simili al disturbo presente nell’adulto e altre sono tipiche dell’età evolutiva. In particolare, nei bambini si può manifestare anche con irritabilità,lamentele fisiche e mancato raggiungimento del peso ottimale per età e altezza.
Di seguito vedremo i più comuni sintomi che la caratterizzano:
- umore depresso o tristezza eccessiva,
- irritabilità ,
- perdita di interesse nelle attività,
- alterazioni del sonno (peggioramento della qualità del sonno, sonno eccessivo, o riduzione della quantità di sonno),
- rallentamento nel movimento fisico o, in qualche caso, agitazione fisica,
- affaticabilità o mancanza di energia,
- senso di inadeguatezza , di mancanza di valore personale o senso di colpa,
- difficoltà di concentrazione o nel prendere delle decisioni,
- lamentele per dolori come per esempio mal di pancia o mal di testa,
- preoccupazioni relative alla morte (presente nei bambini più grandi),
- variazione nel peso corporeo (aumento o diminuzione) o difficoltà nel raggiungere il peso ottimale in base all’età e all’altezza.
Per affermare che è presente uno stato depressivo significativo, non è necessario che siano presenti tutti i sintomi su riportati, ma ne basta che siano presenti cinque , di cui uno deve essere umore depresso o perdita di interesse , per almeno due settimane.
All’incirca il 4-6% dei bambini può presentare la depressione come disturbo ed è maggiormente diffuso tra le femminucce.
Se avete il sospetto che vostro figlio possa trovarsi in una situazione di questo tipo, rivolgetevi ad un professionista che attraverso l’osservazione, la raccolta di informazioni e l’utilizzo di test può aiutarvi a capire qual è l’eventuale problema del bambino e ad affrontarlo.
_Riferimenti bibliografici:
Di Pietro et al. (2013). L’intervento cognitivo comportamentale per l’età
evolutiva. Edizioni Erickson.
APA (2000). Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Masson
_ Questo articolo è stato pubblicato in precedenza su www.psicologionline.net .