Problemi psicofisiologici nei bambini
Con il termine " problemi psicofisiologici " di solito si intendono
lamentele di fastidi, malattie o dolori fisici che non hanno una base medica
accertata. Si può presumere quindi che tali sintomi siano causati da disagio
emotivo.
Tuttavia, questo non vuol dire che si tratti di problemi immaginari: per il
bambino il disagio è reale quanto quello causato da problemi che hanno una
base medica nota.
L’espressione “senza una base fisica nota” indica che potrebbe anche essere
presente una causa organica, ma non sia stata ancora evidenziata.
I problemi psicofisiologici sono spesso considerati secondari ad altri disturbi principali, come l’ansia o la depressione.
Le lamentele somatiche più frequenti in età evolutiva sembrano essere:
- mal di stomaco, dolori addominali o nausea,
- mal di testa, dolore agli occhi,
- dolore agli arti,
- sensazione di formicolio alle estremità corporee,
- vertigini,
- senso di debolezza,
- sensazione di svenimento.
In alcuni casi i problemi psicofisiologici provocano un po’ di fastidio e di disagio, ma non sono debilitanti. Tuttavia, ci sono situazioni in cui tali disturbi vengono vissuti dal bambino con una tale intensità da costituire un grosso limite nella vita quotidiana. In tal caso è importante rivolgersi ad un professionista che possa aiutare il bambino ad affrontare tali difficoltà.
È stato ipotizzato che i soggetti con problemi psicofisiologici significativi abbiano un’ ipersensibilità agli stimoli fisiologici , ovvero una tendenza a concentrarsi sulle condizioni fisiche e a percepire situazioni di cui le altre persone non si rendono conto o a cui non danno importanza. Naturalmente, i pensieri relativi a tali sensazioni influiscono su quanto esse saranno problematiche per il soggetto che le percepisce.
Riferimenti bibliografici:
Di Pietro et al. (2013). L’intervento cognitivo comportamentale per l’età
evolutiva. Edizioni Erickson.